Teatro

La maggior età del Festival delle Colline Torinesi

La maggior età del Festival delle Colline Torinesi

Il Festival delle Colline Torinesi, diretto da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, compie diciotto anni, raggiungendo la maggiore età, un traguardo importante per un’esperienza culturale che ha raccolto negli anni grandi successi di pubblico e di critica. La continua ricerca di nuovi talenti, la volontà di far dialogare generazioni, culture e paesi diversi, offrendo il meglio della produzione teatrale e artistica contemporanea, hanno caratterizzato il Festival sin dalla nascita, accreditandolo come una delle più apprezzate manifestazioni europee.

La diciottesima edizione, che si terrà dal 1° al 21 giugno, sarà ancora una volta, l’occasione per conoscere nuovi autori, registi e compagnie, e per confrontarsi con differenti linguaggi espressivi.
L’edizione 2013 lascerà ancora più spazio a temi forti e centrali del dibattito contemporaneo, come il disagio e la rabbia delle nuove generazioni, darà voce ad artisti che analizzano e rappresentano la crisi del mondo occidentale e dei suoi modelli, che denunciano pagine oscure della storia recente, che evocano memorie scomode anche più antiche, che guardano alla primavera araba, che indagano l’identità dei nuovi italiani, emigrati dai loro paesi del Nord Africa o dell’Est Europa. 

Il Festival inaugura sabato 1 e domenica 2 giugno con lo spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio e del Teatro delle Albe che insieme propongono Poco lontano da qui, con Ermanna Montanari e Chiara Guidi. Un lavoro che cita le lettere di Rosa Luxemburg, in particolare quella che scrisse dal carcere a un’amica raccontando lo smarrimento e il dolore di un bufalo picchiato dal guardiano: una sorta di metafora della malvagità che regna nel mondo, dell'ottusità della violenza.

Negli stessi giorni, alle Fonderie Limone di Moncalieri (TO), va in scena imitationofdeath di Ricci/Forte, spettacolo trasgressivo che suggerisce visioni e ossessioni al confine tra la luce e il buio, la vita e la morte. Sono sedici gli interpreti, tutti dalla fisicità prorompente, sfrenati e poetici, che all’inizio della recita sembrano ridestarsi da un qualche sonno mortale respirando affannosamente, coi volti imprigionati in sacchetti di carta.

Il Festival prosegue con la giovane compagnia Opera diretta da Vincenzo Schino che propone Eco (dal 4 al 7 giugno), ipnotica installazione-spettacolo: chi passa e guarda vede in una pozza nera i volti di tanti altri spettatori che l’hanno preceduto e sopra un ottagono di vecchie porte scruta una marionetta di filo di ferro misteriosamente manovrata da un’attrice.

Debutta in prima nazionale Invidiatemi come io ho invidiato voi (4-5 giugno), il nuovo titolo di Tindaro Granata, vincitore del Premio della Critica 2011 per Antropolaroid. Questa volta non più di memorie famigliari e mafia si occupa ma, con misura e intelligenza, del problema della pedofilia. Lo spettacolo è liberamente ispirato, infatti, ad un caso tragico di abusi sui minori.

In L.I. Lingua Imperii (6-7 giugno), lavoro raffinato della giovane compagnia Anagoor, si riflette sulla Shoa, la più terribile tragedia del ‘900, e su altre stragi. Con modalità espressive originali si individuano tre nuclei tematici: la lingua del potere, la ferocia della caccia, le testimonianze dei sopravvissuti.

Ancora con la brutalità del potere, seppur fuori da schemi ideologici, si confrontano Fibre Parallele nel loro nuovo spettacolo Lo splendore dei supplizi (8-9 giugno), coprodotto dal Festival e presentato in prima nazionale. Si riflette sui macabri trionfi del potere quando è incline alla violenza, alla tortura fisica e psicologica.

La violenza su una giovanissima è il tema di Jocuri in curtea din spate (8-9 giugno) dell’israeliana Edna Mazya, allestimento di Teatrul ACT, compagnia romena di nuova drammaturgia. Responsabili di uno stupro sono gli stessi compagni di una quattordicenne. Lo spettacolo, che denuncia anche le inefficienze e le ipocrisie del sistema giudiziario, sarà proposto a Torino in prima nazionale nell’ambito di una collaborazione con il Festivalul National de Teatru di Bucarest.

I torinesi Maniaci D’Amore presentano Biografia della peste (11-12-13 giugno), una surreale storia ambientata a Duecampane, paesello di fantasia, dove gli abitanti sono morti per ventitré ore al giorno. Negli unici sessanta minuti concessi loro per vivere realmente, tutto ricomincia.

Descrive perfettamente altri disagi contemporanei Spam (11-12 giugno), una sprechoper scritta e diretta da Rafael Spregelburd che nella sua prima regia italiana dirigerà Lorenzo Gleijeses per il quale ha scritto appositamente il testo. Storia di un professore che risponde ad una spam e si trova coinvolto in un intrigo internazionale, fino a perdere la memoria e a smarrirsi sia nel mondo virtuale che in quello reale. Spam è costituito da 31 scene brevi, il cui ordine viene sorteggiato ad ogni recita. Lo spettacolo sarà a Torino subito dopo il debutto assoluto al Napoli Teatro Festival Italia.

Rimanda all’ultimo racconto di The Dubliners di James Joyce lo spettacolo di Città di Ebla The dead (13-14 giugno), in cui è massima la presa di coscienza della propria morte interiore. Si riflette sullo scarto tra mondi contigui, tra la vita e le modalità di rappresentarla: un fotografo e un'attrice interagiscono sulla scena ingannando la sincronia.

Un'inedita ricerca sul costume italiano la può esibire la compagnia Fanny & Alexander che in Discorso grigio (14-15 giugno) e in Discorso giallo (14-15 giugno) indaga sul discorso politico e su quello di stampo più pedagogico. In Discorso grigio Marco Cavalcoli incarna un misterioso Presidente alle prese con un importante discorso inaugurale da pronunciare alla Nazione. In Discorso giallo, in prima nazionale al Festival, Chiara Lagani coinvolge gli adulti, come insegnante, in una paradossale sessione didattica progettata con i bambini.

Riflessioni sulla guerra e sui drammi che ogni guerra invariabilmente procura li propone Ferocemadreguerra (15-16 giugno), ideato dai torinesi Michele Di Mauro, Francesca Bracchino, Francesca Brizzolara e Carlotta Viscovo, liberamente tratto da Stabat Mater Furiosa di Jean Pierre Siméon: sullo sfondo il conflitto libanese. Questo testo è una sorta di preghiera laica che contrappone un pensiero femminile di pìetas ad uno maschile guerrafondaio. Verrà messo in scena in prima nazionale nella restaurata Chiesa dei Battù di Pecetto Torinese.

Non alla cronaca ma alla storia e ai suoi grandi enigmi guardano Rabih Mroué e Hito Steyerl con Probable title: zero probability (18-19 giugno), lettura-performance che dalla matematica, dai calcoli delle probabilità passa all’arte, alla fisica, all’idea della morte, per giungere alla denuncia di uno sterminio poco conosciuto. Migliaia di persone tra il 1975 e il 1990 scomparvero durante la guerra civile in Libano senza lasciare traccia. Erano i reclusi nelle carceri, i morti in combattimento, i civili e i militari, non identificati, gettati nelle fosse comuni, i rapiti. La performance, recentemente presentata alla Tate Modern di Londra nell’ambito del programma The Tanks: Art in Action, sarà in prima nazionale a Torino.

Ancora nel mondo d’oggi che subisce i capricci e le mire degli speculatori finanziari è ambientato il corrosivo Money - It Came from Outer Space (18-19 giugno) di Chris Kondek e Christiane Kühl, spettacolo tedesco segnalatosi al Festival Politik im Freien Theater di Dresda e presentato in prima nazionale anche grazie alla collaborazione del Goethe-Institut di Torino.

La compagnia Motus propone una nuova produzione, Nella tempesta (animalepolitico project) – in scena il 20 e il 21 giugno - il cui copione nasce da confronti cercati e testimonianze intercettate, da frammenti letterari, saggistici, teatrali, da materiali i più svariati. Un’iniziativa importante coinvolgerà lo spettacolo: la compagnia ha deciso che la scenografia di questo spettacolo sarà composta esclusivamente da coperte. Il Festival delle Colline proporrà quindi al pubblico di portare con sé una coperta, anche vecchia, per contribuire alla costruzione della scena. Al termine delle recite L’associazione Amici del festival darà le coperte al Gruppo Abele di don Ciotti. Lo spettacolo, che non manca di rimandi all’universo shakespeariano, a Prospero, Calibano, Miranda, sarà presentato in prima mondiale al Festival TransAmérique di Montréal e in prima europea al Festival delle Colline Torinesi.

Sonia Chiambretto e Hubert Colas ci sveleranno le attese deluse e le contraddizioni della primavera araba attraverso Gratte-ciel (20-21 giugno), spettacolo prodotto da Diphtong Cie, Marseille Provence 2013 Capitale européenne de la culture e dal Festival delle Colline Torinesi, in anteprima assoluta a Torino, il cui testo nasce da conversazioni dell’autrice con giovani algerini, ragazzi e ragazze, che vivono in patria, in Francia, in Canada, ma anche da documenti d’archivio dell’Onu, da pagine letterarie. Il grattacielo in questione è quello che Le Corbusier aveva progettato per Algeri negli anni ’30 del secolo scorso e che non fu mai costruito, vero simbolo, con il mancato metrò, del complicato rapporto tra l’Europa e i paesi arabi, fantasma della storia coloniale.

Infine tornano Cuocolo/Bosetti con un nuovo progetto speciale, Rooms for Error (1-2-6-7-8-9-13-14-15-16-20-21 giugno), tre studi dal racconto Voglia di dormire di Cechov, presentato nella loro casa-teatro di Vercelli in prima nazionale. Un’esplorazione dei percorsi creativi del teatro: dalla lettura del testo all’interpretazione, fino alla rappresentazione, in bilico, come è caratteristica della loro proposta teatrale, tra realtà e finzione, con l’attore che diventa personaggio e torna ad essere persona. Il pubblico, immerso nell’azione, deve reinventarsi ad ogni momento una modalità di fruizione.  

Il secondo progetto speciale – spettacolo conclusivo della diciottesima edizione (21 giugno) – è A questo mondo perfetto di Alex Majoli e Fabio Barovero, multiproiezione e concerto, alle Fonderie Limone di Moncalieri, che coniuga I linguaggi di un grande fotoreporter della Magnum e quello del compositore torinese, anima della Banda Ionica, dei Mau Mau, autore di colonne sonore per il teatro ed il cinema. Un viaggio nelle regioni dove la guerra mette in scena i suoi drammi, ma anche a Bombay, a Luanda, nel Chapas. 

«Il Festival delle Colline», ha ricordato nel suo intervento l’assessore alla Cultura della Città di Torino, Maurizio Braccialarghe, «rappresenta da diciotto anni, anche in questi tempi di crisi, una finestra d’eccellenza sulla contemporaneità del teatro».

La continuità è la  strada da perseguire per salvaguardare le eccellenze culturali del Piemonte, evitando di comporre le diverse identità di due festival in una manifestazione unica (il riferimento è rivolto all’ipotesi avanzata da alcuni organi di informazione nei giorni scorsi di un eventuale “accorpamento” tra Festival delle Colline Torinesi e Teatro a Corte, organizzato dalla Fondazione Tpe. Ciascuna manifestazione è bene che conservi la propria, differente identità: su questo punto si trovano d’accordo, organizzatori e rappresentanti delle istituzioni.

Il Festival delle Colline Torinesi è realizzato in collaborazione con la Fondazione del Teatro Stabile di Torino e si avvale del contributo di Regione Piemonte, Città di Torino, Provincia di Torino, Città di Moncalieri,, Comune di Pecetto Torinese, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di commercio di Torino e Sistema Teatro Torino e Provincia. Al Festival collaborano inoltre ONDA, Institut Français, PAV Face à face, Fondazione Nuovi Mecenati, Goethe-Institut Turin, Fondazione Live Piemonte dal Vivo.
Teatro.Org è media partner del Festival insieme con Radio Energy.

 

Gli spazi
Torino - Cavallerizza Reale, Teatro Gobetti, Teatro Astra
Moncalieri - Fonderie Teatrali Limone
Pecetto Torinese - Chiesa dei Batù
Vercelli - Casa Cuocolo/Bosetti

Biglietti
Interi € 15,00 Ridotti € 10,00